11.2.06

Un cineforum sul film "Francis il mulo parlante"? Spiacente ha sbagliato blog!

Me l’ha rivelato un bambino sul suo passeggino all-road che non mi stavo sbagliando, che potevo continuare così, avvertire quel sentimento aurorale per un’anima scura, per quanto fascinosa e brillante e anche molto intelligente se vuoi, difficilmente sarebbe stato possibile.

Ok, intendiamoci subito: intenerirsi per il sorriso di un bimbo si sa è cosa assai inflazionata nell’immaginario comune, ed i nostri rudi quanto mai cinici uomini di mondo giudicheranno con disappunto la scelta del soggetto…
"perché i mocciosi son piccoli animaletti egoisti che percepiscono la realtà –in entrata e o in uscita- solo tramite i loro molteplici orifizi e che ci’hanno l’autocoscienza di un gatto"
(prego gli eventuali animisti/animalisti in sala - qualora ve ne siano – di spostarsi in quella di fronte dove sta per cominciare la proiezione del film: “Francis il mulo parlante”)

Ok, diciamolo subito: questo post non è per siffatti uomini di mondo, se ne vadano pure in compagnia del loro egocentrismo, con il quale grandi brillanti elevate discussioni sanno svolgere (dico sul serio_anch’io conosco il signor SuperMeStesso ma ormai ci litigo sempre),
questa post per i loro canini assai affilati è solo pappetta molle,
solo gli uomini-gengiva son capaci di sorbirsela e non rigettarla subito dopo
Per cui solo chi si sente un po’ piccolo e sperduto o un po’ vecchio e ugualmente sperduto ha la licenza di seguirmi, i duri troppo duri no.
Il fatto è – dal momento che educato è chi vuol farsi capire - che non sopporto l’età di mezzo, l’età in cui gli uomini si credono diventati uomini,
diventano intoccabili eroi solitari, perché sono belli, sono pieni di progetti affascinanti che li elevano al di sopra dell’ordinario, e hanno ragione perché forse riusciranno a realizzarli veramente,
sono brillanti e, sentendo d’essere diventati intelligenti,
misurano questa facoltà verificando quanto essi riescano a non farsi toccare da niente perchè tutto se vogliono possono distruggere,
ecco! inavvertitamente ho raggiunto la definizione:

non sopporto gli uomini che si credono uomini che sono uomini che pensano che tutto -se solo lo vogliono- possono distruggere
(mai si accorgono che nell’entusiasmo dimenticano sempre di distruggere anche se stessi, perché ecco che all’ultimo momento giunge sempre quello sciocca vergognosa affezione per se stessi, mannaggialamiseria!)

Amo molto di più i vecchi ed i bambini perché sono di gran lunga più sinceri.
Quando siedono (per esempio nella U-Bahn), siedono con nobile semplicità, li guardi e vedi che non nascondono niente, niente di trascendentale,
sono appena arrivati o è assai da molto che sono arrivati
e stanno lì, per lo più zitti,
a godersi il viaggio.
Quelli che invece sono arrivati già da un po’ ma non da poi così tanto, potrebbero montarsi invece un’accumulatore di energia elettrica tra tempie ed orecchio così da alimentare solo con quello e per tutto l’anno il loro frigorifero. Intendo dire: mettiamoci tutti un po’ calmini e cerchiamo di attenuare questa nevrosi da “generazione ventunesimo secolo”.

Trovami una persona sconosciuta (un passante, un astante, un volatile, un anfibio..) che oggi t’abbia guardato negli occhi vedendoti.

Prima eravamo in una quindicina di suddetti adulti (ovvio che c’ero anch’io) ad attendere il treno sul binario. ogni volto,
ogni sguardo sospeso nel vuoto nascondeva folle di pensieri in transito, il silenzio faceva lì veramente rumore, ed io cominciavo a sentirmi imbarazzato,
non so bene perché, era come se qualcuno dovesse prima o poi vincere gli indugi, rompere il silenzio e dire:
“uhè, ragazzi, smettiamola di fare i pensanti, che ne so..
facciamo le imitazioni dei lavori, chi va per primo?….
No? Non vi piace? Preferite le imitazioni dei versi degli animali? Chi mi dà un LA?
… Nella bella fattoria ia ia o…quante bestie ha zio Tobia ia ia o, c’è il cane..Uof cane Uof ca ca cane e il…..”
Il punto è che quando vedo la gente tutta assieme e così pensosa mi sembra di "fare" il pensoso, comincio a dubitare che quello a cui io stavo -qualche secondo prima- pensando avesse una reale cogenza col me stesso di quel momento, mi accorgo vedendomi riflesso in tanti individui come me che faccio un po’ ridere, e che insomma dovrei cercare di prendermi meno sul serio
Possono dei pensieri portarmi così lontano dal posto in cui fisicamente sono?

Dove voglio scappare? Vile chi scappa! Allora
capisci che se tu mi dici "intenerito dalla lieve gaiezza del fanciullo" io ti dico "sto cazzo si è intenerito! Io intendo un aggressivo esser toccati",

capisci che quando ti dico
“vedi il sorriso di quel bimbo di tre anni nascere di fronte alla signora sconosciuta che gli tendeva – dopo aver chiesto il permesso alla madre – un piccolo elefantino blu con le unghie bianche”
voglio che tu veda il sussulto di gioia pura totale incorrotta radicale priva di pudore che si mostra in lui.
E quando ti dico
“vedi come rigira tra le mani quell’oggetto che per me e te non ha nessun valore, nessuna dignità, nessun particolar pregio” voglio che tu veda, porcocane, quant’è contento A PRESCINDERE!

Vorrei che capissi perché ero lì che
aspiravo, aspiravo avidamente la gioia da quel sorriso radiante senza incertezze, finalmente!
io che da 2 giorni ormai cercavo una risposta e che proprio mi dibattevo nelle incertezze ... perché mi trovavo sciatto,
perchè si, lo ammetterò nonostante avevo deciso di glissare, che mi trovavo sciatto,
e mi trovavo sciatto perché credevo di non essere arrivato da nessuna parte,
io e i miei sforzi d’esser bravo in quello che preferisco
rispetto a molti che, ben più brillanti e sagaci di me, già da molto cagavano uova d’oro

Il bimbo poi, nel quale -quando è uscito dalla U-Bahn e ha capito che la signora sconosciuta non sarebbe venuta con loro- ho intravisto un lieve sfumatura di sorpresa e delusione, mi ha confermato tutto. Quell’elefantino dopo qualche giorno avrebbe preso stabile dimora sotto il grande divano rosso del soggiorno.

Non hai capito ancora? Rileggi daccapo!

6 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

that's cool!

11 febbraio, 2006 05:40  
Anonymous Anonimo ha detto...

Mi prendo il lusso di sorridere a chi mi passa accanto, in strada, in fila alla cassa al supermecato...con la speranza di portare a casa un sorriso anche io. Spesso dopo un'intera gioranata in giro per la città torno a casa a mani vuote.
Sorridere!
ps anche oggi sveglia oscena sotto imput diuretico!

12 febbraio, 2006 15:21  
Anonymous Anonimo ha detto...

ma essere contento a prescindere, non è come essere lontano dal posto in cui fisicamente sono?

17 febbraio, 2006 15:37  
Anonymous Anonimo ha detto...

questa è la sensazione che mi dà "l'essere a prescindere".

17 febbraio, 2006 15:38  
Blogger franzesco ha detto...

caro mirco_quello che scrivo non sono sofismi pseudofilosofici, costruzioni astratte a partire dalle parole e da quello che possono evocare.
è invece il preciso tentativo di dire il non visibile a partire dal concreto e particolare hic et nunc nel quale mi trovo. la mia risposta è nei commenti al post successivo

17 febbraio, 2006 19:52  
Anonymous Anonimo ha detto...

scusa, non avevo colto fin in fondo i fini della tua missione personale.. è che le parole che si utilizzano per raccontare il proprio invisibile sono così facilmente equivocabili... fan passare la voglia di usarle.. sembra di usare un martello di stoffa per piantare un chiodo... diventa così inafferabile la cosa che finisci per lasciar perdere. Non so se mi spiego. ah ah ah! [mi piace che il tentativo sia: "preciso"]

24 febbraio, 2006 18:34  

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page