i problemi sono solo illusioni prospettiche
Un uomo piccolo e scuro gridava seduto nel vagone della metro in procinto di partire
“Bmw Muenchen baut ein neues Werk naechste zweitausendsieben in Indien!“.
I passeggeri cercavano di ignorarlo per quanto potevano, ma urlava tanto forte che sentivano la necessità di guardarsi tra loro e scambiare un’occhiata di condivisa riprovazione e comune imbarazzo.
“Bmw, Bmw, glauben sie mir? Ein Werk, wissen sie?“
Si alzava, barcollava, turnicava su se stesso e finiva seduto quattro sedili più indietro
“nur sechs Monate, nur sechs Monate, in Indien verstehen sie, die sonnige Indien..”
Due passeggeri si alzavano e cambiavano vagone, poi altri due.
Anch’egli trovò, certo per altre insondabili ragioni, desiderabile l’idea di cambiare carrozza ed i passeggeri lo riebbero nuovamente tra loro.
Il treno si mise in moto ed il suo scorrere liscio e lucido lo quietò un poco.
Poi si alzò, roteò attorno al palo centrale e si lasciò cadere sui sedili di sinistra.
“hai presente la Bmw Monaco? ….. Nel duemilasette . ….. Costruisce una nuova fabbrica in India!”.
Il passeggero dovette girarsi perché altrimenti l’uomo, gridandogli sempre più vicino, avrebbe cominciato a salivargli nelle orecchie
“Come scusi?”
“la Bmw costruisce una fabbrica in India tra sei mesi”
“e per lei questo è buono?”
“secondo me no”
“ma lei deve andare a lavorare lì?”
“no" -disse con grande riflessività e ponderazione- "non devo”
.
e sorrise e uscì dal vagone
e mostrò il pollice
.
non sapeva perché,
ma la questione aveva perso tutta la sua immane problematicità
.
.
.
.
e camminava contento.