28.2.06

"die Schoenheit _ la Bellezza"

25.2.06

treni-metafora

Si vede che alla gente qualche volta capitava di perdere il treno e così i treni – quando uno pensa ai treni– son sempre lì fermi al binario e pronti per partire.
Ad un treno puoi arrivarci in tempo e salirci
oppure
sei ancora lì che corri nel sottopasso o giù o su per le scale che fischiano e lui –il treno- si comincia a muovere, e quando arrivi tu gli vedi il culo (che con quei due fanali di coda ha sempre un’espressione idiota) che si allontana.
Questo è il treno come se lo immagina la gente. Nulla di più.
E infatti diventa poi metafora di occasione futura persa o colta… dicono: “è un treno che una volta partito non passerà mai più e se non lo prendo ora non lo prenderò mai più”.
I treni partono, punto.

Non s'è mai sentito nessuno parlare di treni in ritardo, né di treni arrivati, menchemai di treni in corsa.
Che metafora potrebbe essere il treno in ritardo? Dipende innanzitutto se ci sei a bordo o se lo stai aspettando.. Per lo più lo stai aspettando e allora potrebbe significare che l’occasione buona tarda a venire, che tu sei pronto lì ad aspettare al binario tutto infighettato con un mazzo di fiorellini freschi di campo ma l’amore della tua vita non s’è ancora fatto vedere…per esempio.
I fiorellini si stanno appassendo, il tuo alito si fa pesante, il vestito si sgualcisce, le FS non ti rimborseranno mai e così ti stanchi di aspettare: pigli il primo treno che passa e dici che tutto sommato va bene così.
Secondo la metafora dominante del treno in partenza invece l’amore della tua vita, o colui che tu presumi esserlo, è sempre lì fermo al binario che ti aspetta, prima o poi si metterà in moto, ma per ora –se ti muovi- puoi fare in tempo a raggiungerlo. Per lo più però – anche se non lo ammetti - sei sempre indeciso, e così in ogni caso – che tu l’abbia preso o perso quel treno -, non sai mai convincerti che era quello giusto.
Ed il treno che arriva?
Il treno che arriva sei tu sempre tutto infighettato che arrivi nella tua nuova città per il tuo fantastico nuovo lavoro, quello che hai sempre desiderato.
E così ti metti sotto di brutto, magari cominci anche a guadagnare bene, ma sei occupato dalla mattina alla sera. Il treno è arrivato, non ti domandi più cosa farai da grande, il pompiere è un lavoro pericoloso e papà drago rischia ogni giorno di perdere suo figlio, la tua donna (draga) non ti vede mai e ti fa le corna con un iguano con la TT ed i tuoi figli non studiano più perché sono in pensiero per Totti che ci’ha il piede rotto. Il treno è arrivato, ora smetti di sognare, scendi e cerca di renderti utile.

Ma ammettiamolo che siamo dei romanticoni..neh!
Il treno che parte..! Bah!
La costante in tutte queste varianti è che si tratta di occasioni del tipo “carpe diem”, “coglimi coglimi che se no te scappo”, “un diamante è per sempre” e via dicendo..
Sembra che ci si sia abituati a credere che le cose si diano già tutte pronte e compatte, o del tutto seducenti e promettenti, o del tutto prive di attrattive: insomma, ciò che si sceglie è da sempre già completamente conosciuto. Quindi va da sé che la scelta è assoluta, definitiva, una scelta per la vita. RiBah!

MA PERCHE’ – DI GRAZIA - LA FACCIO COSI’ LUNGA?

E’ sul suo treno, sul suo Leonardo da Vinci tratta “Verona-Monaco”.
A Padova ha passato delle belle giornate, la solita vecchia biblioteca di filosofia gli aveva fatto tornare la voglia di studiare, aveva appena fatto a tempo a salutare un po’ tutti e già era dovuto ripartire.
In piedi nel corridoio del vagone guardava fuori dal finestrone le Alpi così come eran cresciute in Austria, e i viottolini che seguivano le rotaie, e gli austriachini che percorrevano diligentemente i viottolini con i caschetti sulle loro fanta-biciclettine..
Poi all’improvviso un fragore ventoso: è il treno che va nell’altra direzione, lo riconosce per le carrozze verdi e per l’orario: è il Leonardo da Vinci tratta “Monaco-Verona”. Son giorni questi nei quali mi rompo decisamente le palle, che non c’è nessuno e niente da fare, cerco di imparare il tedesco, mi sforzo di chiedere –per favore- che non parlino in inglese e poi me ne fuggo in stanza che non ho capito un cazzo. Sai quando si dice che uno è rimasto un po’ indietro.. non so, ma continuo a pensare a quell’istante dove i due treni combaciavano per tutta la lunghezza, io dentro a tutt’e due, l’immagine stoppata, e quello che sta scrivendo in questa stanza di Monaco è solo il mio corpo, il mio corpo che m’ha preceduto, perché effettivamente in quell’attimo nessuna delle due direzioni mi convincevano.Niente da fare: sono ancora fermo ai treni che s’incrociano.

23.2.06

processi insabbiati

- Giura di dire tutta la verità, nient’altro che la verità?
- Lo giuro, signor giudice.
- Dunque, ricorda cosa accadde la sera del 30 gennaio ’06?
- E come potrei averlo dimenticato! Ero in compagnia dell’Egregio Mr. Puten Brust e della signorina Miss Senf, c’erano anche le piccole Braten Kartofeln. Si era da pochi minuti a tavola e avevo appena disquisito amabilmente col signor Primitivo Apulien, un vino rosso originario delle Puglie, che mi era stato presentato due settimane prima ad una cena sempre nella stessa Kuche.

- Dunque dichiara di aver conosciuto il defunto?
- Certamente!
- Ebbene cosa successe?
- Successe che l’imputata – la signorina Ivanka Georgeva – mi si avvicinò e mi domandò di Primitivo?
- Dunque parlaste di Mr.Apulien?
- Certo, non lo nego. Mi chiese che cosa pensassi di lui. Io credevo che lo volesse assaggiare o tutt’al più versarne un po’ nel ragú che stava preparando. Per cui le dissi “Er ist ein bisschen alt” ovvero “E’ un po’ vecchiotto”.
- Cosa successe poi?
- La signorina Ivanka afferrò per il collo
il povero signor Primitivo, tutto ció di fronte ai miei occhi attoniti, signor giudice, e lo portò nell’acquaio e..
- Coraggio si faccia forza, continui
- Lo capovolse… lo tenne capovolto fino a che… fino a che non esalò anche l’ultima goccia di vita, signor giudice! Era solo un po’ vecchio, forse anche un po’ acidello ma non meritava di finire così! Era lì qualche secondo prima ancora frizzante di vita, a tavola con me! E’ tremendo!
- Certo, certo. Cosa fece poi l’imputata?
- Lo lavò.
- Lo lavò?
- Sissignore, lo lavò e lo asciugò.
- Oh mio Dio! E cosa fece poi?
- Lo mise orizzontale sul tavolo, e lo utilizzò per stendere la pasta della pizza!!
- Oddio, ma questo è orribile. La ringrazio, signor P. Chiamate ora Mr Puten Brust! Come? Non è possibile? Ah, è stato mangiato. Fate venire le Braten Kartoffeln! Mangiate anche loro? Potremo almeno ascoltare la deposizione di Miss Senf? Scaduta dite? Allora, mio malgrado, sono costretto ad archiviare il processo per la morte del signor Primitivo Apulien per insufficienza di prove e scomparsa dei testimoni. La seduta è tolta!

20.2.06

gioia della latitanza

"latitai, latito e latiterò"

14.2.06

pseudo-haiku

Oggi ho lanciato un kako arancione
nel prato verde
ch'era tutto bianco.
Qual erotico connubio!

11.2.06

Un cineforum sul film "Francis il mulo parlante"? Spiacente ha sbagliato blog!

Me l’ha rivelato un bambino sul suo passeggino all-road che non mi stavo sbagliando, che potevo continuare così, avvertire quel sentimento aurorale per un’anima scura, per quanto fascinosa e brillante e anche molto intelligente se vuoi, difficilmente sarebbe stato possibile.

Ok, intendiamoci subito: intenerirsi per il sorriso di un bimbo si sa è cosa assai inflazionata nell’immaginario comune, ed i nostri rudi quanto mai cinici uomini di mondo giudicheranno con disappunto la scelta del soggetto…
"perché i mocciosi son piccoli animaletti egoisti che percepiscono la realtà –in entrata e o in uscita- solo tramite i loro molteplici orifizi e che ci’hanno l’autocoscienza di un gatto"
(prego gli eventuali animisti/animalisti in sala - qualora ve ne siano – di spostarsi in quella di fronte dove sta per cominciare la proiezione del film: “Francis il mulo parlante”)

Ok, diciamolo subito: questo post non è per siffatti uomini di mondo, se ne vadano pure in compagnia del loro egocentrismo, con il quale grandi brillanti elevate discussioni sanno svolgere (dico sul serio_anch’io conosco il signor SuperMeStesso ma ormai ci litigo sempre),
questa post per i loro canini assai affilati è solo pappetta molle,
solo gli uomini-gengiva son capaci di sorbirsela e non rigettarla subito dopo
Per cui solo chi si sente un po’ piccolo e sperduto o un po’ vecchio e ugualmente sperduto ha la licenza di seguirmi, i duri troppo duri no.
Il fatto è – dal momento che educato è chi vuol farsi capire - che non sopporto l’età di mezzo, l’età in cui gli uomini si credono diventati uomini,
diventano intoccabili eroi solitari, perché sono belli, sono pieni di progetti affascinanti che li elevano al di sopra dell’ordinario, e hanno ragione perché forse riusciranno a realizzarli veramente,
sono brillanti e, sentendo d’essere diventati intelligenti,
misurano questa facoltà verificando quanto essi riescano a non farsi toccare da niente perchè tutto se vogliono possono distruggere,
ecco! inavvertitamente ho raggiunto la definizione:

non sopporto gli uomini che si credono uomini che sono uomini che pensano che tutto -se solo lo vogliono- possono distruggere
(mai si accorgono che nell’entusiasmo dimenticano sempre di distruggere anche se stessi, perché ecco che all’ultimo momento giunge sempre quello sciocca vergognosa affezione per se stessi, mannaggialamiseria!)

Amo molto di più i vecchi ed i bambini perché sono di gran lunga più sinceri.
Quando siedono (per esempio nella U-Bahn), siedono con nobile semplicità, li guardi e vedi che non nascondono niente, niente di trascendentale,
sono appena arrivati o è assai da molto che sono arrivati
e stanno lì, per lo più zitti,
a godersi il viaggio.
Quelli che invece sono arrivati già da un po’ ma non da poi così tanto, potrebbero montarsi invece un’accumulatore di energia elettrica tra tempie ed orecchio così da alimentare solo con quello e per tutto l’anno il loro frigorifero. Intendo dire: mettiamoci tutti un po’ calmini e cerchiamo di attenuare questa nevrosi da “generazione ventunesimo secolo”.

Trovami una persona sconosciuta (un passante, un astante, un volatile, un anfibio..) che oggi t’abbia guardato negli occhi vedendoti.

Prima eravamo in una quindicina di suddetti adulti (ovvio che c’ero anch’io) ad attendere il treno sul binario. ogni volto,
ogni sguardo sospeso nel vuoto nascondeva folle di pensieri in transito, il silenzio faceva lì veramente rumore, ed io cominciavo a sentirmi imbarazzato,
non so bene perché, era come se qualcuno dovesse prima o poi vincere gli indugi, rompere il silenzio e dire:
“uhè, ragazzi, smettiamola di fare i pensanti, che ne so..
facciamo le imitazioni dei lavori, chi va per primo?….
No? Non vi piace? Preferite le imitazioni dei versi degli animali? Chi mi dà un LA?
… Nella bella fattoria ia ia o…quante bestie ha zio Tobia ia ia o, c’è il cane..Uof cane Uof ca ca cane e il…..”
Il punto è che quando vedo la gente tutta assieme e così pensosa mi sembra di "fare" il pensoso, comincio a dubitare che quello a cui io stavo -qualche secondo prima- pensando avesse una reale cogenza col me stesso di quel momento, mi accorgo vedendomi riflesso in tanti individui come me che faccio un po’ ridere, e che insomma dovrei cercare di prendermi meno sul serio
Possono dei pensieri portarmi così lontano dal posto in cui fisicamente sono?

Dove voglio scappare? Vile chi scappa! Allora
capisci che se tu mi dici "intenerito dalla lieve gaiezza del fanciullo" io ti dico "sto cazzo si è intenerito! Io intendo un aggressivo esser toccati",

capisci che quando ti dico
“vedi il sorriso di quel bimbo di tre anni nascere di fronte alla signora sconosciuta che gli tendeva – dopo aver chiesto il permesso alla madre – un piccolo elefantino blu con le unghie bianche”
voglio che tu veda il sussulto di gioia pura totale incorrotta radicale priva di pudore che si mostra in lui.
E quando ti dico
“vedi come rigira tra le mani quell’oggetto che per me e te non ha nessun valore, nessuna dignità, nessun particolar pregio” voglio che tu veda, porcocane, quant’è contento A PRESCINDERE!

Vorrei che capissi perché ero lì che
aspiravo, aspiravo avidamente la gioia da quel sorriso radiante senza incertezze, finalmente!
io che da 2 giorni ormai cercavo una risposta e che proprio mi dibattevo nelle incertezze ... perché mi trovavo sciatto,
perchè si, lo ammetterò nonostante avevo deciso di glissare, che mi trovavo sciatto,
e mi trovavo sciatto perché credevo di non essere arrivato da nessuna parte,
io e i miei sforzi d’esser bravo in quello che preferisco
rispetto a molti che, ben più brillanti e sagaci di me, già da molto cagavano uova d’oro

Il bimbo poi, nel quale -quando è uscito dalla U-Bahn e ha capito che la signora sconosciuta non sarebbe venuta con loro- ho intravisto un lieve sfumatura di sorpresa e delusione, mi ha confermato tutto. Quell’elefantino dopo qualche giorno avrebbe preso stabile dimora sotto il grande divano rosso del soggiorno.

Non hai capito ancora? Rileggi daccapo!

7.2.06

DIVERTIMENTO IN POLVERE_2/2 risciacquare e riporre

VOLUME 2_SOCRATE IN DISCO

Alzo gli occhi su un palchetto e vedo due Urukai che gesticolano, e poi mi passa a fianco una tipa in reggiseno e reggipassera, la musica fa schifo…
Ma ecco venire verso di me un uomo vestito di una tunica chiara, Socrate insiste, dice che se voglio possiamo riprendere la discussione da dove l’avevamo lasciata, e io gli dico “cazzarola Sòcra’, e non senti che casino che c’è?? Come cazzo facciamo a parlare con sto casino?" Niente, non se ne fa niente.
Ma ecco il ritorno del grande successo targato anni novanta: “All that she wants”-Ace if Base se non mi sbaglio- si ritorna quasi alle medie e non so perché ma questa canzone scioglie.
Presa la birra vado da Pasquale a scroccargli il tabacco, mi chiede di girargliene una anche per lui, “ok” dico, “tienimi la birra e non bertela che ci'hai già la tua”, la prende in mano e se la beve.

c’è una ragazzina,

c’è una ragazzina alta 1 metro e55 che tira tanto d’occhi all’amica, sembra dirle “Hai visto su che gran figo ho fatto colpo??”, perché lei è salita sullo pseudo-cubo e ci’ha effettivamente un tizio di quelli “giusti” (e voi lo conoscete) che la struscia e la muove ed è lì che un po’ balla e un po’ si guarda con l’amica perché a quell’età la cosa più importante è dirlo all’amica…
e allora guardo il tipo e ci’ha una bocca grande grande per mangiarla meglio.. povera piccola.. ma che ci puoi fare, mi dico…Tony il lupo è sceso dalla collina e deve pur mangiare anche lui!!
passa Ana, Ana è spagnola, Ana è così piccola che pure il suo nome le sta largo, ad Ana un po’ le piaccio, o forse è sempre ubriaca ed è per questo che mi si piega addosso,
più che altro mi sento un attaccapanni, mi sento il gigante d Big Fish che per sentire quello che dice Ana sto tutto storto da una parte .. forse il gigante non sarebbe andato in disco però!

questo è un posto -mio ottimo Socrate- dove la gente si vuole divertire, si vuole piacere, si vuole conquistare, si vuole giocare, si vuole esplorare… questa gente rarivata qui sulle ali del vento vuole sentirsi libera, si fida poco di quello che non vede, ottenuto quello che s’era immaginata di volere s’aggira con occhi grandi un po' disorientati, un po’ imbarazzati, un po’ che domandano.. “dov’eravamo rimasti?”
e poi non ti accorgi che in disco le coppiette o vanno negli angoli a litigare oppure si danno all’hardcore?

perché le mezze misure qua è difficile trovarle..
che strano luogo..
guarda Sara! Sara che quando accompagnava il moroso italiano in stazione non aspettava fino all’ultimo secondo, ma se ne andava prima che il treno partisse; Sara che stasera è uscita con un polacco, Sara che si è mollata due giorni fa’ con quel tizio che veniva a trovarla dall’Italia e prima si domandava come mai il polacco ci mettesse così tanto a farsi avanti
Emma ed il suo regalo: un biglietto aereo per un fugace incontro a Roma ed il moroso che al ritorno di lei in Germania non era più moroso di nessuno
Alice che crede che i filosofi guardino le mele cadere dagli alberi (e i gatti muoiono nel sole)
Piero e la ragazza che in Germania a trovarlo non è venuta mai
Kiska 23 anni che ci rimane male perchè il moroso di Bonn non le ha ancora chiesto di sposarlo
Christina ed i numeri lesbo sul cubo
Raffaello ed il suo punto di vista religioso-mistico che una pelle così bella e liscia l’abbiamo solo ora così come l'istinto ad innamorarsi con le stagioni, e che quest’età ce l’abbiamo solo ora e dobbiamo celebrarla con le sue primizie, senza scrupoli ne vincoli, così da renderci grati alla divinità che ce l’ha donata
Elena, le scale ed i cambi di direzione
Eduardo e l’amore perduto che teme non ce ne sarà più nessuno all’altezza
Valentina che al “nessun posto è lontano” non ci crede più da un pezzo
Gabriella ed il “flirt or not to flirt”
Laura e “sono solo punti”
Vancje ed una relazione Germania-Bulgaria che dura da sette anni
Vlad e le sue otto foto di una tipa in reggiseno sdraiata sul pavimento di camera sua vecchie di anni
E qui, da questo lato, ci sono io con le mie ragioni, le mie turbolente convinzioni … le mie domande e le mie scelte
“tu che su di te si può sempre contare, perché ci sei sempre (io ci sono sempre) e che mai sparisci”

(già, io ci sono sempre come una delle tue Idee Socrate)

hai ragione mio buon amico.
è vero che temo la vecchiaia,

è vero che temo quel fazioso moralismo che mi visita ogni tanto per proteggermi e creare un rifugio dal Diverso,
è vero che massimamente temo la mia pesantezza come una forza di gravità dalla quale cerco di fuggire,

com'è vero che non sopporto quell'affabile prospettivismo che insinuandosi nelle interstizi tra le giunture blocca ogni libero movimento,
---> smantellare l’innato istinto all’autodifesa <---


ma guarda, Socrate, Tony s’è messo a ballare da solo, Tony non si cura più di nessuno e vortica su se stesso ad occhi chiusi, e anche tutti gli altri son di nuovo qui attorno,
non è successo niente,
era solo una possibilità, era solo una distrazione, era solo un lazzo, una burla ben congegnata, almeno così sembra e già mi vergogno
d'esserci caduto come un fesso
questo tutto-diverso non è poi così incomprensibile ed in tutto ciò ecco uno spintone!
la canzone è una di quelle che battono, si forma il pogo, mi trovo di colpo in mezzo al pogo, me lo godo e non rischio,
perché ho imparato che devi fare come nelle valanghe, rimanere sù il più possibile, nuotare, saltare, catapultarti da schiena a schiena, anche se ti arriva il suino over metri 2 devi saltare, rimanere in alto,
e allora mi viene da ridere perché prima Pasquale - quando gli avevo chiesto tabacco ed accendino - mi cercava di spiegare il detto:
“vuoi che ti tagli anche una fettina di culo vicino all’osso?”

e io non riuscivo a capire un cazzo di quello che diceva perché Pasquale aveva la mira storta ed invece di parlarmi nell’orecchio mi parlava sul collo facendomi un solletico pazzesco




nessuno conosce il viandante né sa cosa porti con sé né perché si sia trovato a passare di lì ma lui lo sa e ovunque si rechi non si lascia sfuggire il prezioso di cui è custode

6.2.06

Edizione Straordinaria

Ebbene sembra di si, sembra che dopo 4 MESI di attesa finalmente il mio internet in stanza funzioni !!E' venuto il tecnico anziano e non lo sbarbatello delle altre volte, io ero ancora a letto e l'ho affrontato in pigiama col il triplice ciuffo notturno e gli occhi che si vedevano appena.
Ovviamente come doveva succedere il tizio mi fa "alles ist in ordnung", tutto è a posto, "eh no bello, lo so che il cavo è connesso ma questo non significa che m'arrivino i bytes!" gli faccio io, controllo con il computer mentre lui - me ne sono accorto - è andato a staccare e reinserire ripetutamente il cavo dal device generale, eccolo di ritorno e cazzarola con lui alla spalle constato che google alla richiesta "see" m'ha tirato fuori il sito del Vaticano (...)!
Il tipo mi saluta credendomi un pazzoide perditempo che, inventatosi dei problemi inesistenti, ci godeva a mandare E-mail minatorie alla responsabile Internet dello Studentenwerk.
O sono pazzo io o il metodo n°1 dell'ingegnere -"stacca e riattacca"- è più potente di quello che si pensava. Che ne pensate Nicola e ingegneri tutti? Ad ogni modo la cosa rimane tristissima perchè,
se ho aspettato un altro mese e mezzo perchè mi trovassero un pirla qualificato che mi staccasse e
riattaccasse il cavo dall'altra parte del muro,

come ipotizzava Cartesio viviamo in un mondo in cui Dio -che è un grande brutto e stupido topo- determina le vite delle persone/pedine correndo a caso sulla scacchiera degli eventi (ammetto che Cartesio l'ho un po' rimaneggiato). Amen e Internet sia!

5.2.06

Breve intermezzo di intrattenimento

3 PILLOLE: EDUARDO ED IL TROMBARE
(Eduardo é brasiliano ma sa molto bene l´italiano e lo parla con un fantastico accento da Sssamba)

Quella storica:
-CIAO EDUARDO, COM´É ANDATA ALLA FINE CON LA TIPA?
-QUALE?
-QUELLA VENEZUELANA CHE AVEVI CONOSCIUTO A QUELLA FESTA..?
-EH.. ABBIAMO TROMBATO!

Empatie:
-E COSÍ ERAVAMO RIMASTI IO E LUI, E CI STAVAMO FACENDO ANCORA UN BICCHIERINO E ARRIVA QUESTA, SAI, CHE DI SOLITO É SEMPRE COMPOSTISSIMA, RESERVATA, E CI RACCONTA CHE A LEI LE PIACE ANDARE IN DISCOTECA E SPESSO GLI UOMINI VANNO LÍ E LE OFFRONO DA BERE E LEI DICE "PERCHÉ NO?" ...
-SAI COSA STO PENSANDO EDUARDO?
- CHE VOLEVA TROMBARE VERO? !! EH, L´HO PENSATO ANCHE IO!

Timori:
-EDUARDO, EDUARDO?? (battendo alla porta della sua camera)
non risponde
-EDUARDO? (ancora insisto)
-SI, APRI!
esce con la faccia dal bagno
-AH SEI IN BAGNO? AVEVO PAURA STESSI TROMBANDO!
-EH, MAGARI. STO FACENDO LA DOCCIA.
-DOPO MI VIENI AD AIUTARE A SPOSTARE L´ARMADIO??

4.2.06

DIVERTIMENTO IN POLVERE_1/2 diluire e servire tiepido

Questa volta per andare incontro a quelle esigenze commerciali che vogliono i Post di grandezza non eccessiva spezzerò il racconto a metà. Non perdetevi la seconda parte!

VOLUME 1 _ PASQUALE

Potrei far cominciare tutto da quando Socrate se la prese con me perché lo lasciavo nel bel mezzo di una dotta discussione sullo stato ideale per andarmene alle una di notte da qualche parte a far casino.
E invece comincio da Pasquale.

Pasquale è molisano, trovatemi qualcuno che vi sa dire come sono fatti i molisani: non lo troverete. Pasquale è un ragazzotto alto sul metro e novanta, la tipica corporatura grossa ma deperita risultante da mesi e mesi di alimentazione autogestita, scafa quadrato-allungata, spalle e culo all’infuori, una camminata assurda alla Robocop e labbro inferiore sporgente.
Mi raccomando, culo retrocesso e labbro inferiore sporgente, non dimenticare.
Siamo sul binario e abbiamo perso l’ultima U-Bahn che ci avrebbe portato alla NachtGalerie (discoteca), io ci starei anche a farmela a piedi,
Pasquale invece è quello che può sembrare moderato, "andiamo fino a Marienplatz" (che è a metà strada, nda) dice -, ma sei poi indagate: "ma a Marienplatz che ci vai a fare che a quest’ora è deserta?"lui risponde: "eccheneso! Intanto andiamo là poi qualcosa arriva" !!
Perchè – anche se non ve lo riesco a spiegare - Pasquale è semplicemente bello da vedere, perché poi andiamo al McDonald perché lui e Chiara devono andare in cesso, e Pasquale ci dice, a me e Fabrice, di non sederci che partiamo subito, e poi voilà che ti aspettiamo Pasquale che si mangi due Hamburger.
Sempre lo stesso Pasquale che sta in coda per il panino e di punto in bianco si gira verso di noi che stavamo ad un tavolino ad un 10 metri buoni di distanza, e dichiara con voce chiara e stentorea per il beneficio di tutti i presenti: "Tony è ggià llì!".

Pasquale è bello così.

La U-Bahn era partita senza di me perché m’ero perso in un discorso con Elena, che dopo che le avevo detto che secondo me una relazione evolve gradualmente un passo alla volta tipo come salire dei gradini, mi spiegava che invece secondo lei c’erano tre possibilità.

LE 3 POSSIBILITA’ DI ELENA:
Uno_ Si può scegliere di camminare sul piano e fottersene di tutto e di tutti che tanto è lo stesso, Due_oppure si può scegliere di prendere le scale e cominciare a salire i gradini, ma c’è sempre la possibilità di incrociare altre rampe di scale e decidere di cambiare;
Tre_oppure si può prendere la scala mobile, non puoi cambiare ma vieni portato dritto dritto dove volevi arrivare, in un modo o in altro (con o senza amore?? Con o senza libertà?);
e qui mi permetto di aggiungere la doppia maledizione gitana: "Ti auguro di avere ciò che desideri e di desiderare ciò che avrai".
Ok, accontentandomi di aver capito che Elena aveva concepito siffatti pensieri mentre risaliva in superficie dalla fermata di una U-Bahn, la lascio e vado di corsa a prendere la metro.


E torniamo a Pasquale, Chiara, Fabrice e io che prendono il taxi.
2.50 € a testa e siamo arrivati.
Alla NachtGalerie avevano aperto solo la sala piccola che c’era poca gente: che merda, ma si entrava gratis..almeno questo.
Comincio ad inveire, potevo permettermi solo una notte bianca prima dell’esame imminente e avevo toppato, cazzo! Avevo beccato la serata pacco.
E la disperazione si impadronisce di me, "che ci faccio lì per tre ore, quando ripartirà la prima metro??Alle 4e30 come al solito?". Interrogo qualche faccia, ma trovo solo Caty che è disperata come me, anche lei abita a 2 ore a piedi da lì.
Intanto intravedo Pasquale che balla o meglio flette meccanicamente le articolazioni in titanio.. in lui vedo perfettamente riassunto il passaggio evolutivo che innalza l’uomo dall’istintualità naturale alla coscienza di sé.

Lo so, ve l'ho già detto: Pasquale è bello così!

CONTINUA

1.2.06

Win a weekend in Munich! Game for the old and the young

Franz - for the reasons exposed in the previous post - would like to have a coffee
(Espresso, not that dirty water in the big cup).
Help poor Franz to ricompose the moka finding all the pieces

and be careful 'cause there are also the pieces of a bigger moka!
(for not italian people: moka is composed by three pieces!!)


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